Teglia,
o teggia che dir si voglia: secolare arnese da cucina se la vede
alla pari, e spesso batte i più moderni sistemi di cottura. |
Teglia,
in Romagna, è sinonimo della migliore piadina che, cotta a
puntino sul "testo" (altro nome della teglia) ha sapore
e fragranza irripetibili. |
E
teglia significa, tradizionalmente, Montetiffi. |
Proprio
quì, ad un tiro di schioppo da Sogliano sul Rubicone, operano i
maestri artigiani che proseguono la gloriosa tradizione dei "tegliai". |
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Rossella
Reali ed il marito Maurizio Camilletti sono attualmente gli unici
depositari di un'antica tecnica artigianale che vede nella
manipolazione dell'argilla l'elemento essenziale per la produzione
di questa preziosa stoviglia, un tempo d'uso quotidiano, e oggi
tornata alla ribalta, anche come oggetto ornamentale. |
Ma il
meglio di sè la teglia lo dà sul fuoco. |
Maurizio
Camilletti spiega: "Grazie al suo materiale poroso la
teglia assorbe l'umidità della piadina, garantendo sapori e
profumi diversi e speciali, rispetto ad esempio alle moderne
piastre di cottura, che cuociono in altro modo. |
Non
a caso la nostra azienda ha aderito al marchio dei prodotto tipici
dell'Appennino. |
Siamo
orgogliosi di essere i "trasmettitori" di una
tradizione, quella delle teglie di Montetiffi, documentata almeno
dal 1527" |
Perchè
proprio a Montetiffi, e perchè questa tradizione ha rischiato di
perdersi? |
"A
Montetiffi c'era e c'è ancora un'ottima argilla, essenziale per
la manifattura delle teglie. |
Fino
dall'ultima guerra, qui, erano almeno una dozzina le botteghe dei
tegliai. |
Maestri
artigiani come Leo Reali e Pierino Piscaglia. |
Poi
i "vecchi" smisero (erano i tempi del boom delle piastre
e dei forni elettrici); ma ciò che è buono resta. |
Oggi
le teglie sono alla riscossa, diversi clienti pretendono di avere
le teglie di Montetiffi". |
Quante
ne producete? Quanto costa una teglia? |
"Produciamo
intorno ai 1500 pezzi, realizzati rigorosamente al modo antico. |
Parecchi
le acquistano anche come oggetti ornamentali: la teglia è un
"pezzo di Romagna". |
Sappiamo
di nostri manufatti finiti in rinomate vetrine di New York,
d'Australia o del Canada. |
Ricordiamo
un cliente argentino con nonni italiani che non parlava
l'italiano, però ricordava benissimo la parola "teggia":
sapeva quel che cercava." |