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(immagini tratte da "La Romagna dei vini" di Dolcini, Simoni, Fontana) |
Del vino si è sempre detto tutto il bene e tutto il male possibile fin dai dai tempi più antichi. |
disegno di Celso Anderlini |
Si hanno testimonianze di editti contro l'abitudine indiscriminata di piantare vigne, con l'ordine di sradicare le viti piantate in soprannumero o in zone non permesse. |
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Questo in Grecia, a Roma (testimonianze di Eutropio e di Teofrasto), in Portogallo, in Spagna, in Francia. |
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Molte volte si giustificava l'ordine con la scusa che il vino fosse veicolo di mali e di disordini. | |
Ma ci viene il sospetto che sotto sotto ci fosse da parte dei potenti, per autorità e per censo, il desiderio di prodotti migliori o di detenzione di monopoli. | |
Perché il vino fosse più buono, l'abate Battarra, nella sua Pratica Agraria (fine del 700) consigliava di piantare vigna in collina e grano in pianura. |
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L'abate era di Rimini e parlava per la Romagna e già allora pensava che la sua terra avrebbe potuto dare prodotti eccellenti solo che si seguissero pratiche di coltura e di cantina che non badassero soltanto alla quantità, ma, piuttosto, alla qualità. |
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Il vino è stato sempre un prodotto di elezione, prezioso contorno a preziose imbandigioni per i ricchi, insostituibile consolazione per i poveri, cantato da poeti di tutti i tempi, da Omero a Carducci, a Olindo Guerrini, a mille altri. |
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Pane e acqua è segno di mortificazione, di penitenza, di punizione. |
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Nei proverbi è segno di schiettezza, di sincerità: "pane al pane...
vino al vino". |
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Il vino
col pane è simbolo di salvazione. Il vino da solo è gioia, allegria, salute. |
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"L'acqua fa male, il vino fa cantare". Se paragonata al vino, sorella acqua ci perde nel confronto. |
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Nel melodramma si canta evviva per il "vino scintillante", e nei cori popolari si inneggia ai "fiaschi de vin". |
La canzoncina popolare da tutti conosciuta dice lodi di Noè, "grande patriarca, salvato dall'arca perché potesse inventare il vino". |
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"E se si ubriacò e cadde addormentato scoprendosi sconciamente, la vergogna non fu per lui, ma dei figli per averne riso". |
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Quanto questo sia normale in alcuni luoghi della Romagna il vino si chiama addirittura Bèi (bere). |
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Si dice che il viaggiatore si accorgesse di. essere arrivato in questa terra fortunata quando, chiedendo di potersi dissetare, gli offrivano non più acqua, ma vino, anche nelle più povere case. |
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Ebbene, in Romagna, in questa terra dove il vino è simbolo del bere, dove il vino viene rassomigliato al sangue, dove si fanno giochi di etimologia popolare chiamando il vino più tipico SAN GIOVESE; in questa terra poco conto si è sempre fatto del grosso significato economico e culturale che è in questo prodotto prezioso della terra e si è lasciato agli altri, pur meritevoli, che solo essi detenessero i blasoni d'onore di ottimi vini. |
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Finalmente anche qui qualcosa si è fatto e alle belle bottiglie e alle belle etichette si è fatto onore, propaganda, e si è data la stupenda scenografia delle case del vino come quella di Ravenna, allogata in una straordinaria architettura, in un ambiente vasto, ricco, sontuoso. |
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Lo scrittore, romagnolo d'origine, Massimo Grillandi, chiamò la Ca' de' Vèn di Ravenna LA CATTEDRALE DI "SAN GIOVESE". |
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L'Ente Tutela Vini Romagnoli è l'artefice, il promotore, il vivificatore di tutte le iniziative per far conoscere e apprezzare i vini di Romagna fuori della Regione e d'Italia. |
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Noi vi suggeriamo di portarvene a casa qualche bottiglia, ma di assaggiarlo prima qui, in Romagna; se infatti è vero che un vino buono è buono ovunque, è vero anche che esso è ancora migliore se bevuto nella terra che gli ha dato origine, in quel sole, in quel clima, con quegli odori e con quei cibi che da secoli lo accompagnano. |
disegno di Celso Anderlini |
Ci sono individui preziosi che sanno tutto del vino, quali sono i suoi componenti, quali gli acidi, quali i minerali, qual è il loro colore, quali e quanti residui lasciano. |
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Questi signori vi sanno dire le sensazioni visive, olfattive, gustative, chimiche, tattili, termiche, perfino dolorifiche che un vino provoca, e non dico bugie. |
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Ne "L'ANIMA DEL VINO - dispensa del gustatore", di Marchi, Piccinardi, Solci, Zaccone, si legge: |
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"Nella cavità orale, su tutte le mucose, esiste un gran numero di ricettori sensori di vario genere, in grado di trasmettere impulsi determinati al cervello sotto l'azione di certi stimoli. |
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Gli stimoli meccanici producono anche sensazioni tattili. |
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Le variazioni di calore provocano sensazioni termiche entro limiti definiti di temperatura: 10 a 45 °C.; oltre queste soglie vi sono le sensazioni dolorifiche causate anche da intensi stimoli meccanici. |
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Le sensazioni chimiche sono provocate dall'azione di sostanze chimiche sulle mucose: ad esempio l'astringenza dei polifenoli e l'untuosità della glicerina... ". |
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Così che un vino, da questi benemeriti è, ad esempio descritto così: |
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Profumo - intenso, persistente, pronunciato, etereo, penetrante, dal sentore di lauro, spezie, legno, prugne cotte, pelliccia selvatica (?), di mercaptani (?). |
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Gusto - amaro, ampio, armonico, austero, che ha stoffa, persistente. |
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Aspetto - limpido, colore intenso, tendente al granato, con fluidità scorrevole. |
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Se tutti dovessimo fare così sarebbe come se ci costringessero ad analizzare i depositi alcalini del vapore prima di un viaggio in treno o se dovessimo dare una mano per ungere le ruote. |
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Ma per fortuna a far questo ci sono i meccanici, insostituibili preziosi amici che rendono tranquilli i nostri viaggi. |
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I sommeliers, i degustatori, sono i nostri preziosi meccanici che col loro lavoro di sottile alchimia ci garantiscono, autorizzando i marchi di qualità e di origine, la genuinità di certi prodotti ed una loro sicura qualità. |
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Noi di loro ci fidiamo, ma siccome non possiamo diventare tutti degli specialisti, (per diventarlo, se volessimo, dovremmo studiare a lungo), dimentichiamo per un momento quella morale assoluta e, come Kant, che era un uomo saggio, facciamoci una nostra morale provvisoria per la quale tuttavia prenderemo a prestito qualche parola, poche, del linguaggio tutto tecnico e insieme con molte altre del linguaggio più comune avviciniamoci ai vini di Romagna per assaggiarli, gustarli, apprezzarli per la loro e nella loro generosa gradevolezza. |