le poesie.gif (9259 byte)    berretto e diploma.gif (16035 byte)

La Piada

di Giovanni Pascoli

La Piè (Il pane dei poveri)

di Marino Moretti

.........................................................

Pida Rumagnola
GianMarten
Piadina Romagnola
Tulir s-ciadur acva farena Tagliere mattarello acqua farina
tegia camém fugh ad fascena teglia camino fuoco di fascina
pida campagnola zitadena. piadina campagnola cittadina.
Int e' chiosco òz u n'e' una fola Nel chiosco oggi non e' una favola
e contenua la tradiziòn la pidajola continua la tradizione la piadinaiola
piadina fresca bona Rumagnola. piadina fresca buona Romagnola.
Pre bèl e pre ...  brot Per il bello e per il ...  brutto
piadina e' ...  parssot. piadina e ...  prosciutto.
Pre furb e pre ...  quajòn Per il furbo e per lo ...  sciocco
pida e' fuemai ...  squaquaròn. piadina e formaggio ... squaquerone.
Ten bòta piadina d'una volta Tieni duro piadina di una volta
la vecia Rumagna l'a n'è morta. la vecchia Romagna non e' morta.
Pida incua; pida admén Piadina oggi; piadina domani
piadina Rumagnola a t vlem ben. piadina Romagnola ti vogliamo bene.

.........................................................

La Piadoina
L. Vannoni,
La piadoina in T. Mantegazza,
M. Savadori,
Piada, Forlimpopoli 1991, p. 32.
La Piadina
Una zemna ad faroina, Una manciata di farina,
un pezg ad sael foin, un pizzico di sale fino,
un pò ad carbonato un pò di bicarbonato
e de strot ad bagoin. e dello strutto di maiale.
L'as smorta sa dl'acqua, Si impasta con dell'acqua,
us fa polot dour si fa una palla dura
che us sporbia ad faroina che si spolvera di farina
pu us ciapa e s-ciadeur. poi si prendeil matterello.
Us teia la spoia Si assottiglia la sfoglia
cla venga ben tonda che diventi ben rotonda
pu saura la teggia poi sopra la teglia
l'as fa dvantae bionda. si fa diventare bionda.
L'as magna scruchenta Si mangia croccante
sa gl'ierbi e e parsot, con le erbe ed il prosciutto
fintaent che la "caenta" fino a quando la "canta"
(la voglia di cantare)
l'han ciapa unpò tot! non prende un pò tutti.

.........................................................

La Pida Rumagnola
Onorio Lorenzini
La Piadina Romagnola
Quant ut vèn cla dibuleza Quando ti viene quella debolezza
e la penza la taca a barbutlè, e la pancia comincia a borbottare,
a te dègh me quel te da fé. te lo dico io quello che devi fare.
Nu pansé ad magné de pen, Non pensare di mangiare del pane,
la madgena lé la pida la medicina è la piadina
se te voja da stè bèn. se hai voglia di stare bene.
Du bel quadret ad pida, Due bei quadretti di piadina,
do feti ad murtadela, due fette di mortadella,
la je mei che la zambela. è meglio della ciambella.
Se po tat mèt dria a l'aròla, Se poi ti metti vicino alla aròla,
sanzveis, panzeta, sangiovese, pancetta,
e pida rumagnola. e piadina romagnola.
E sut ven voia ad fé una
pasegèda,
E se ti viene voglia di fare una passeggiata,
l'udor dla pida l'odore della piadina
tal sent nenca par la strèda. lo senti anche per la strada.

mani (bn_maschera).jpg (36433 byte)

da "Il nero testo di porosa argilla" di Pier Paolo Zani
 

Il Teggiaio di Montetiffi
G. Gozzi -
I Canti del Rubicone,  III° edizione

Giu' per il costone ripido e spelato

di Montetiffi, scende il somarello

con due cesti di teglie, uno per lato

sereno è il cielo e l'orizzonte è bello;

ma chino non vi bada, sprofondato

a concordare il ver col buono e il bello.

Dietro, tabarro, pipa e il suo bordone,

scende, scarpando sodo, il buon Giafone.

"Che dica una parola al vostro ciuccio?"

arrancando dal basso e col toscano

acceso, dice a lui compar Biasuccio.

"Enca dò" (anche due) - allor s'accosta piano piano

al somarello, gli alza il lungo astuccio

dell'orecchio afflosciato, e con la mano,

o a meglio dir col mignolo, abilmente

vi fa cadere la cenere bollente.

Il filosofo allor scatta e si scuote:

scrolla la testa, sbruffa, sgroppa, raglia.

Schizzan le teglie, e fuggon come ruote;

ma a coda dritta ei spara e le mitraglia.

Casca, il tegghiaio, e l'anca si percuote.

"Mo ksciet détt!" (ma cosa gli hai detto!)
E quel pezzo di canaglia:

"AH, Giafone!  Una ben triste novella:

gli è morto, al Ponte, il padre e una sorella."

 

La Piadina
Paola Giovannini

Con un chilo di farina
fresca, bianca, fina fina,
si prepara sul tagliere
un mucchietto col cratere.
Ci si mette un pò di sale
e del grasso di maiale.
Un soffio di bicarbonato
va pian piano incorporato
mescolando con le dita
e con acqua intiepidita.
Questo mucchio inconsistente
si lavora brevemente
e diventa liscio e sodo
se impastato in giusto modo.
Dalla forma arrotondata
che ben presto si è formata
va staccato un pezzettino
e schiacciato per benino.
Lo si fa col matterello
che è di legno, lungo e snello.
Sulla teglia che già scotta
questa sfoglia ora va cotta.
Il prodotto cucinato
col formaggio va gustato.
Ma se provi coi salumi
sentirai certi profumi.
Questa pasta sopraffina è... la piadina!!!